Economia e Lavoro

Compensazione crediti fiscali, dal primo luglio i limiti diventeranno più stringenti

Dal 1° luglio 2024, entreranno in vigore nuove normative che impongono limiti più stringenti alla compensazione dei crediti fiscali tramite il modello F24. Questa novità legislativa, prevista dalla Legge di Bilancio 2024 all’articolo 1, comma 94, introduce nuove regole che preoccupano i contribuenti, in particolare quelli con debiti fiscali superiori a 100.000 euro.

Il contesto normativo e le novità introdotte

Secondo le nuove disposizioni, i contribuenti che hanno maturato crediti fiscali, ad esempio per aver versato un’eccedenza di Irpef, non potranno utilizzarli per compensare debiti superiori a 100.000 euro. In tali casi, sarà necessario richiedere il rimborso delle somme a credito, un processo che potrebbe richiedere tempi lunghi, e provvedere al pagamento diretto dei debiti fiscali.

Agenzia delle Entrate | Foto Ansa – Sardegnaoggi

Questa modifica potrebbe mettere in difficoltà chi ha problemi di liquidità, incluse molte imprese che potrebbero contare su quei fondi per investimenti o altre necessità operative. È importante sottolineare che il decreto legge 39 del 29 marzo 2024 (articolo 4, comma 2) ha introdotto alcune modifiche rispetto alla formulazione iniziale, fornendo alcune attenuazioni alle regole rigide imposte dalla Legge di Bilancio.

Nuovi limiti per la compensazione

La normativa di riferimento, il decreto legislativo 247 del 1991, articolo 17, permette la compensazione dei crediti maturati nei confronti dell’Erario con imposte e contributi dovuti all’INPS e ad altre entità statali e regionali. Utilizzare il modello F24 è una procedura comune e semplice, ma a partire dal 1° luglio 2024, non sarà più permesso compensare debiti fiscali superiori a 100.000 euro.

Questo divieto si applica a contribuenti con debiti fiscali esigibili, inclusi quelli con iscrizioni a ruolo per imposte erariali e relativi accessori o accertamenti esecutivi affidati agli agenti della riscossione. Tuttavia, non si applica per altre tipologie di debiti come tributi locali, contributi previdenziali, premi INAIL, o infrazioni al codice della strada, che possono essere ancora compensati anche se il limite dei 100.000 euro è superato. Il divieto di compensazione è invece valido solo se i termini di pagamento sono scaduti e i pagamenti sono ancora dovuti. Inoltre, non si applica se per il ruolo o l’accertamento esecutivo sono in essere provvedimenti di sospensione.

Eccezioni al divieto di compensazione

Il divieto di compensazione è invece valido solo se i termini di pagamento sono scaduti e i pagamenti sono ancora dovuti. Inoltre, non si applica se per il ruolo o l’accertamento esecutivo sono in essere provvedimenti di sospensione. Il decreto legge 39 del 2024 introduce alcune eccezioni alle rigide regole iniziali. Se un contribuente riduce il proprio debito al di sotto della soglia dei 100.000 euro mediante il pagamento di una parte delle somme dovute, può utilizzare i crediti fiscali maturati per la compensazione tramite il modello F24. Inoltre, se un contribuente con debiti inferiori a 100.000 euro riceve una nuova cartella di pagamento che porta il totale dei debiti sopra questa soglia, il divieto di compensazione non si applica fintanto che i termini di pagamento della nuova cartella non sono scaduti.

Un’ulteriore eccezione riguarda i contribuenti che chiedono il pagamento rateale delle cartelle esattoriali. In questo caso, anche se il debito erariale supera i 100.000 euro, è possibile continuare a utilizzare il meccanismo della compensazione. Tuttavia, questa agevolazione non è valida se il contribuente decade dal beneficio del pagamento rateale.

 

Andrea Zoccolan

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