Per salvarsi da pignoramento basta sapere quali sono i beni che il Fisco non può toccare. La lista è lunga, prendere carta e penna.
Il debitore può sentirsi al sicuro se è in possesso solo di beni non pignorabili dal Fisco. Scopriamo come costruire una cassaforte su misura e se è veramente a prova di scasso o potrebbero esserci brutte sorprese. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha il compito di riscuotere le cartelle esattoriali. Il debito nasce nel momento in cui un contribuente non paga tasse e imposte.
L’AdE invierà diverse notifiche per spingere il cittadino a saldare il suo debito ma in caso di recidiva passerà all’azione con il pignoramento dei beni. Le modalità di azione dell’Agenzia delle Entrate sono differenti rispetto a quelle dei privati (Banche, cittadini privati, condomini).
Quando il debito è nei confronti del Fisco, infatti, ci sono maggiore tutele per il contribuenti. L’AdE ha dei limiti precisi entro i quali agire e ha le mani legate nei confronti di alcuni beni considerati impignorabili. Parliamo di beni indispensabili per la sopravvivenza della persona, quelli necessari per mangiare, dormire, lavorare.
La Legge indica chiaramente quali sono questi beni che non possono essere oggetto di pignoramento da parte del Fisco. Il pignoramento è un atto giuridico compiuto dal creditore (come il Fisco) nei confronti di un debitore. Può riguardare beni mobili e immobili ma esistono delle limitazioni stabilite dalla Legge per tutelare il contribuente che ha accumulato uno o più debiti.
L’articolo 524 c.p.c stabilisce che sono impignorabili i vestiti, i letti, gli armadi, gli utensili da cucina, il tavolo su cui si mangia, l’anello nuziale, gli oggetti sacri, il frigorifero, le stufe e i fornelli, il cibo necessario per un mese di sopravvivenza, le decorazioni al valore, le lettere, le foto, gli scritti di famiglia, gli animali domestici.
Nella lista rientrano anche alcuni crediti come quelli alimentari ottenuti con la separazione, i sussidi di grazia, i sussidi statali per maternità, malattia, funerali, crediti di rapporti di lavoro e fonti di reddito volte al sostentamento. Il Fisco, però, può pignorare un quinto dello stipendio, un quinto della pensione, i mobili e gli elettrodomestici di lusso, le case di proprietà, i Libretti di risparmio.
Sono anche pignorabili i beni di lusso, l’automobile se non utilizzata per lavorare, i conti correnti (al 50% se cointestati). Per quanto riguarda gli immobili, non si può pignorare la casa se il debito è inferiore a 120 mila euro o se la somma delle proprietà è inferiore a tale somma. La prima casa è impignorabile se unico immobile di proprietà del debitore.
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