Economia e Lavoro

Abbattere l’ISEE? Certo, ma se lo fai in questo modo rischi 5 anni di carcere: pensaci bene

La mossa utilizzata dai furbetti per abbassare il proprio ISEE. Ma rischi fino a 5 anni di reclusione e oltre 1.500 euro di multa. Ne vale la pena?

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente è uno strumento attraverso cui viene valutata la situazione economica dei nuclei famigliari italiani. Attraverso l’ISEE è possibile richiedere servizi, tra i quali contributi, agevolazioni per le famiglie e bonus erogati direttamente dagli enti statali.

È uno strumento volto a promuovere una maggior equità sociale, garantendo benefici a coloro che ne abbiano realmente bisogno, proprio attraverso l’erogazione di servizi allo scopo di migliorare la qualità della vita della famiglia o del singolo individuo, che sta attraversando un periodo di disagi e difficoltà.

Per richiedere tale prestazione, il dichiarante dovrà presentare i redditi posseduti, i dati catastali e il valore IMU degli immobili posseduti, e l’eventuale presenza di immobili all’estero, compresi di valore di mercato e d’acquisto.

Abbassare l’Isee è un escamotage che permetterà di ottenere un numero di sussidi, bonus e agevolazioni decisamente superiore, in quanto lo Stato ne destinerà una più ampia varietà ai soggetti che possiedono un indicatore della situazione economica meno elevato.

Cos’è il trucco dell’assegno circolare?

L’assegno circolare è un titolo di credito emesso dall’istituto bancario nei confronti del richiedente, ma intestato ad un beneficiario, ossia una terza persona. Alcune persone sfruttano impropriamente tale titolo, proprio al fine di far diminuire il saldo del conto corrente, uno dei principali indicatori ai quali si fa riferimento per il calcolo ISEE. Ma nello specifico, cosa succede? Il cliente che beneficia dell’assegno chiede alla banca che lo ha erogato di emetterlo intestandolo ad una terza persona. Il richiedente farà figurare, dunque, di possedere un conto decisamente diminuito, ma si tratterà unicamente di un’operazione di facciata: infatti, l’assegno emesso resterà sempre nella disponibilità del richiedente.

E’ bene precisarlo; si tratta di una pratica illegale. Sì, perché l’assegno non verrà mai incassato e le somme resteranno immobili presso la banca, non figurando nel calcolo complessivo del patrimonio immobiliare del richiedente. Ma non prendiamoci in giro, si corrono rischi, e anche grossi. Questo perché l’emissione, seppur ‘fittizia’, viene registrata dalla banca esattamente come tutte le altre procedure e nel caso in cui qualcuno decidesse di approfondire, poiché insospettito, le conseguenze sarebbero estremamente gravi.

Assegni bancari (Dreamstime foto) – www.sardegnaoggi.it

I rischi che ne conseguono?

Il rischio che si corre, come anticipato, è quello di essere sottoposti ad indagini di natura fiscale maggiormente approfondite. Questo proprio perché la banca ha il dovere di registrare l’assegno al momento dell’emissione e nel caso in cui il Fisco si accorgesse di una situazione sospetta, potrebbe procedere con verifiche più approfondite.

E se il soggetto coinvolto non riuscisse a giustificare l’operazione? In questo caso si andrebbe in contro alla denuncia per truffa ai danni dello Stato o di altri Enti pubblici. Questo reato prevede pene particolarmente severe, comprese in una forbice che va dai 309 ai 1.549 euro in termini di sanzione pecuniaria e tra l’uno e i cinque anni di reclusione. Col senno di poi, sarebbe meglio evitare di intraprendere tale pratica, dichiarando regolarmente i propri redditi e usufruendo dei benefici, comunque soddisfacenti, concessi dallo Stato in base alla situazione patrimoniale famigliare.

Flavio Forlini

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