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Le famiglie sarde sono disperate: la tassa dei rifiuti è la più alta d’Italia

Il costo della tariffa rifiuti in Sardegna è un tema sempre attuale, con numeri che raccontano una situazione in evoluzione. Nel 2024, le famiglie sarde spenderanno in media 363 euro per la gestione dei rifiuti, un aumento significativo rispetto ai 347 euro del 2023.

La spesa di rifiuti, altissima, perggiora la vita delle famiglie sarde. (www.sardegnaoggi.it)

Ma come si distribuiscono queste spese nei vari capoluoghi dell’isola? E quali città si distinguono per i costi più alti e più bassi? Andiamo a esplorare insieme i dati rivelati dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva.

Un’analisi delle spese della tariffa rifiuti in Sardegna mostra differenze marcate tra i vari capoluoghi. Cagliari spicca con una spesa media di 465 euro, registrando un notevole +13,3% rispetto all’anno precedente. Questo aumento è significativo e porta a riflessioni sulle politiche di gestione dei rifiuti e sull’efficacia dei servizi offerti ai cittadini. Di contro, Oristano presenta una spesa media di 292 euro, subendo una leggera flessione dello 1,6%. Qui, la raccolta differenziata e i servizi connessi sembrano aver avuto un impatto positivo sui costi. Sassari, con un costo di 315 euro, ha visto una diminuzione, seppur piccola, dello 0,5%. Un aumento più marcato si registra a Carbonia, dove la spesa per la tariffa rifiuti passa da 373 euro nel 2023 a 411 euro nel 2024, un incremento del 10,3%. Una situazione che può causare preoccupazione nei residenti, incidendo sul bilancio familiare.

Raccolta differenziata: la Sardegna fa bene

Nonostante l’aumento delle spese, la Sardegna mostra performance positive nella raccolta differenziata. Nel 2022, l’isola ha superato l’obiettivo europeo del 65%, raggiungendo un livello di raccolta differenziata del 75,9%. Questa eccellenza non è omogenea però: Nuoro è ai vertici con l’83,8%, mentre Sassari è più indietro, attestandosi al 62,6%. Oristano e Cagliari si situano nel mezzo, con rispettivamente l’80,6% e il 74,8%.

La raccolta differenziata, dell’isola, la migliore d’europa…una magra consolazione. (www.sardegnaoggi.it)

Questi dati dimostrano che, nonostante le sfide, la consapevolezza ambientale in Sardegna sta crescendo e le persone si stanno impegnando sempre di più nel differenziare i rifiuti. Così facendo, non solo si riduce la quantità di rifiuti destinati alle discariche, ma si potrebbe anche contribuire a contenere i costi legati alla tariffa rifiuti.

Analisi delle tariffe a livello nazionale

Osservando il panorama nazionale, la spesa media per la tariffa rifiuti si attesta sui 329 euro, con un incremento del 2,6% rispetto al 2023. Questo dato, paragonato a quello sardo, mette in evidenza come l’isola abbia costi superiori alla media nazionale. Tuttavia, se si considerano le differenti strategie di gestione dei rifiuti applicate nelle diverse regioni, emerge un quadro complesso. L’indagine si è focalizzata su una famiglia tipo composta da tre persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri; fattori che alimentano significative variazioni, particolarmente nelle aree urbane, dove il volume di rifiuti generato è certamente maggiore.

Le tariffe, che includono IVA e addizionali provinciali, ricoprono un aspetto cruciale: riflettono non solo i costi di gestione ma anche l’efficienza dei servizi pubblici. Quindi, un’analisi attenta delle spese per i rifiuti, anche a livello locale, si rivela fondamentale per comprendere le politiche e le pratiche adottate dalle amministrazioni comunali per gestire questo prezioso e necessario servizio.

La gestione dei rifiuti, quindi, continua a essere un argomento di rilevante importanza in Sardegna e non solo, con la necessità di bilanciare gli interessi economici e ambientali, per una prospettiva più sostenibile.

Rosanna Mancini

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