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Sardegna è la regina dell’informazione: sono nate oltre 50 testate on line negli ultimi tempi

La Sardegna si sta affermando come un esempio singolare nel panorama nazionale dell’informazione, con una crescente vitalità che ha portato alla nascita di oltre 50 testate online.

Sardegna è la regina dell’informazione: al contrario di tutte le altre regioni, ha visto nascere, in pochissimo tempo, oltre 50 testate giornalistiche on line. (www.sardegnaoggi.it)

Questo trend contrasta nettamente con quanto avviene in altre regioni italiane, dove il numero di operatori dell’informazione è stagnante o in calo. Uno studio dettagliato sullo stato dell’informazione nell’isola, realizzato dal Corecom in partnership con l’Almed dell’Università Cattolica di Milano, ha rivelato dati interessanti e sorprendenti. La ricerca è stata diretta dalla professoressa Mariagrazia Fanchi, mettendo in luce un panorama in evoluzione.

Il presidente del Corecom, Sergio Nuvoli, ha sottolineato l’importanza dell’indagine presentata oggi in Consiglio regionale. Per la prima volta, la Sardegna dispone di uno strumento così approfondito, fondamentale per analizzare e sviluppare politiche di informazione adatte alle necessità locali. Il progetto mira a promuovere un’informazione più efficace e consapevole, capace di adattarsi alle peculiarità culturali dell’isola. Questo nuovo approccio può influenzare le scelte politiche, creando una sinergia tra informazione e gestione pubblica.

Identità sarda e bisogno di informazione

Una delle scoperte più interessanti della ricerca è che il 57% dei lettori si identifica prima come sardo che come italiano. Ciò evidenzia un forte senso di appartenenza regionale, seguito da un interesse per questioni europee e globali.

Tuttavia, il confronto tra la propria identità e quella nazionale è cruciale: molti sardi sentono l’urgenza di ampliare i propri orizzonti culturali e di partecipare attivamente alla società, un passo necessario per essere cittadini responsabili e consapevoli. È un dato che può rendere la Sardegna un modello di partecipazione attiva in un’epoca di crescente disconnessione.

L’inarrestabile crescita del consumo di informazioni

I sardi, secondo l’indagine, tendono a preferire l’informazione locale piuttosto che quella nazionale e mostrano una chiara preferenza per video e contenuti audio rispetto ai tradizionali articoli scritti. (www.sardegnaoggi.it)

Nell’era digitale, il modo in cui le persone si informano sta cambiando rapidamente. I sardi, secondo l’indagine, tendono a preferire l’informazione locale piuttosto che quella nazionale e mostrano una chiara preferenza per video e contenuti audio rispetto ai tradizionali articoli scritti. Questo passaggio a formati più dinamici rispecchia le tendenze globali e l’ampliamento della domanda di contenuti interattivi. Temi come il meteo e il traffico sono in cima all’agenda, con il 96% degli intervistati che segue queste informazioni. Ma c’è di più: la maggior parte della popolazione è anche attenta agli eventi locali, mentre molti si interessano attivamente a sport, notizie di cronaca e politica.

Passaparola e fonti di informazione

Un aspetto affascinante che emerge dall’indagine è il ruolo predominante del passaparola. Questa modalità di condivisione delle notizie resta la più efficace, con il 61% delle persone che afferma di ricevere regolarmente informazioni attraverso reti familiari, lavorative e amicali. A seguire, i Comuni e la Regione risultano essere le principali fonti riconosciute di informazione, con il 37% che dichiara di servirsi di questi enti. Gli influencer locali, soprattutto fra la Generazione Z, giocano un ruolo sempre più rilevante, attratti dalla loro autenticità e connessione con la comunità.

La qualità dell’informazione locale

La ricerca ha inoltre valutato la qualità dell’informazione in Sardegna e i risultati sono in gran parte positivi. La chiarezza dei contenuti è considerata adeguata dall’82% degli intervistati, mentre il 66% reputa la veridicità delle notizie sufficientemente alta. Sebbene ci sia una buona valutazione sull’approfondimento , il giudizio su l’imparzialità risulta diviso. Solo il 49% degli intervistati crede che l’informazione sia imparziale. Questo aspetto è particolarmente rilevante, specialmente con riferimento all’elettorato di centrodestra, dove la percezione di imparzialità è di poco superiore al 55%.

 

Rosanna Mancini

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