Spettacolo e Cultura

Betty Boop compie 94 anni, tutto quel che bisogna sapere sull’iconico personaggio

Betty Boop fece il suo debutto in un periodo di grandi trasformazioni a livello globale. Oggi scopriamo perché è diventata l’icona pop che oggi conosciamo e qual è stata la causa del suo declino.

Betty Boop compie 94 anni

Creata il 9 agosto 1930 per sedurre il pubblicoBetty Boop venne censurata dopo 90 cortometraggi nel 1939, considerata sconveniente e inaccettabile secondo il codice della censura dell’epoca, il codice Hays, un regolamento che impose tagli drastici a film, cortometraggi e animazioni.

Nata come cane nel 1930 nel cartone Dizzy Dishes, Betty si trasformò in donna nel 1932 con il corto Bamboo Isle. Non fu l’unica vittima del codice, ma sicuramente la più sfortunata: Titti, il pulcino, “colpevole” di essere rosa e quindi apparentemente nudo, vide il suo piumaggio cambiare colore.

Betty Boop compie 94 anni, tutto quel che bisogna sapere sull’iconico personaggio – Youtube – Sardegnaoggi.it

 

Ma per Betty, non ci fu soluzione. Disegnata inizialmente in bianco e nero, fece il suo debutto a colori nel 1934 con Poor Cinderella, dove i disegnatori le donarono una sensuale chioma rosso fuoco (un look che Jessica Rabbit avrebbe fatto suo 54 anni dopo in Chi ha incastrato Roger Rabbit). Quella fu la prima e ultima volta che Betty uscì dal bianco e nero.

Il prossimo 19 novembre, Betty Boop tornerà in scena con lo spettacolo musicale BOOP! The Betty Boop Musical al CIBC Theatre di Chicago. Diretto da Jerry Mitchell (Hairspray), con musiche del vincitore del Grammy David Foster, testi di Susan Birkenhead e libretto del premio Tony Bob Martin.

Tuttavia, a 34 anni dalla sua scomparsa, il personaggio creato da Max Fleischer e Grim Natwick rimane ancora senza giustizia: chi ha davvero messo fine alla carriera di Betty Boop?

Nel tentativo di evitare l’intervento governativo, il quale esortava il cinema a una maggiore morigeratezza, minacciando boicottaggi da parte delle commissioni censorie locali, i dirigenti cinematografici arruolarono l’anziano presbiteriano Will Hays, incaricandolo di stabilire una serie di regole per il grande schermo.

Vennero così vietate tutte le allusioni all’“immoralità sessuale” (che, seppur a volte necessaria per la trama, non doveva mai sembrare giustificata o lecita), ogni riferimento all’omosessualità o alla religione, l’amore interrazziale, e qualsiasi forma di violenza. Il Codice Hays, concepito nel febbraio 1930, iniziò a essere applicato rigorosamente solo dal 1° luglio 1934.

Mentre Betty Boop faceva i suoi primi passi, sfuggendo a una serie di corteggiatori animati (che oggi definiremmo molestatori), i cartoni animati maschili sfidavano apertamente il codice: nel 1934, il cortometraggio Mickey’s Gala Premier, con protagonista Topolino, satireggiava il controllo di Hays su Hollywood, rappresentandolo con una corona e abiti regali.

Ma fu il giornalista cattolico Joseph Breen il vero artefice della censura di Betty Boop: fu lui a togliere a Betty la giarrettiera, a coprirle la scollatura e a vietarle la minigonna, trasformandola in una studentessa disinteressata agli uomini.

Nonostante la censura che l’aveva privata del suo carattere distintivo, Betty avrebbe potuto seguire il destino di Minnie, Paperina o Clarabella, diventando la “spalla” di un protagonista più fortunato.

Ma fu tradita ancora una volta da un uomo: Braccio di Ferro, il marinaio muscoloso e alfa che lei stessa aveva contribuito a lanciare in uno dei suoi cortometraggi. Nel suo debutto in Popeye the Sailor, Betty e Braccio di Ferro ballano insieme, mentre la gelosa Olivia osserva la scena.

Braccio di Ferro era meno problematico per il codice Hays poiché aveva una fidanzata stabile e fedele, Olivia, e un rivale, Bruto, con cui combattere: si trattava di uno schema che permetteva di riaffermare la sua personalità in ogni episodio, diventando un esempio di virtù. La sua popolarità lasciò Betty Boop, ormai colpita a morte dalla censura.

Rhythm on the Reservation del 1939 fu l’ultimo cortometraggio di Betty. Dopo aver insegnato a una comunità di nativi americani come suonare lo swing, Betty Boop saluta i suoi allievi e il pubblico.

Nemmeno nell’ultima apparizione Betty Boop riesce a essere padrona del proprio destino. Vittima passiva e condannata all’estinzione, non fu un solo assassino a porre fine alla sua storia. Come direbbe la più emancipata Jessica Rabbit, Betty è morta “perché gli uomini l’hanno disegnata così.”

Giulia De Sanctis

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