Mare in Sardegna, l’allarme delle ultime ore è gravissimo: cosa sta succedendo

Gli esperti mettono in guardia da una situazione che sta interessando, ormai da anni, il mare della Sardegna. Ecco cosa sta succedendo

Il Mediterraneo sta attraversando una fase di trasformazione  che lo avvicina sempre più a un ambiente tropicale. Il tratto di mare antistante la Sardegna, ricco di biodiversità e di aree protette, sta soffrendo particolarmente: in questi territori, che includono tre importanti aree marine protetteCapo Carbonara, Tavolara-Punta Coda Cavallo e l’Asinara – si sono già registrate problematiche importanti nel 2024, il numero più elevato a livello nazionale.

Alla luce di questi dati allarmanti, le principali organizzazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace Italia, hanno rinnovato il loro grido d’allarme. È necessaria una risposta urgente e coordinata.

Allarme per il mare della Sardegna

Il Mar Mediterraneo continua a manifestare segnali preoccupanti di un riscaldamento senza precedenti, con un episodio di shock termico particolarmente marcato nelle acque che circondano la Sardegna. Il report Mare Caldo 2024 di Greenpeace Italia, aggiornato con i dati più recenti, evidenzia come le temperature marine attorno all’isola abbiano superato la media stagionale di ben 5°C, configurando l’area come la più colpita d’Italia da questo fenomeno.

Mare Sardegna troppo caldo
Il surriscaldamento del mare della Sardegna – (sardegnaoggi.it)

Queste zone, finora considerate scrigni di biodiversità, sono ora sottoposte a stress ambientale crescente. Le anomalie termiche hanno effetti devastanti sulle specie marine. Ad esempio, il corallo endemico Cladocora caespitosa mostra evidenti segni di sbiancamento, mentre le gorgonie, fondamentali per la struttura e la stabilità degli ecosistemi sottomarini, stanno subendo una mortalità inumento. Parallelamente, si assiste all’invasione di specie aliene e termofile, che approfittano delle nuove condizioni per proliferare, mettendo a rischio le specie autoctone e alterando le catene alimentari.

L’impatto di questa tropicalizzazione del Mediterraneo è ampio e allarmante: non solo la fauna e la flora sottomarina ne risentono, ma anche l’economia locale legata alla pesca, sia artigianale che industriale, si trova in crisi a causa della modifica degli equilibri biologici.

Non solo il riscaldamento dell’acqua rappresenta una minaccia: le ultime rilevazioni satellitari della NASA indicano che nel 2024 l’innalzamento del livello del mare nel Mediterraneo ha superato le stime precedenti, passando da un aumento previsto di +0,43 cm a +0,59 cm. Questo fenomeno è principalmente attribuibile all’espansione termica, ovvero all’aumento del volume dell’acqua dovuto al riscaldamento.

L’incremento del livello marino espone a rischi elevati le comunità costiere della Sardegna, già vulnerabili a fenomeni di erosione e allagamenti. Se non si adotteranno misure efficaci, secondo le proiezioni di Marevivo, entro la fine del secolo le temperature del Mediterraneo potrebbero aumentare fino a 4,5°C, con effetti catastrofici sugli habitat marini e sugli equilibri naturali.

L’invito a un’azione immediata è sostenuto anche dalle autorità regionali della Regione Autonoma della Sardegna, che riconoscono il valore strategico e ambientale dell’isola nel contesto mediterraneo. Con i suoi 24.099 km², la Sardegna rappresenta il terzo territorio italiano per estensione ed è caratterizzata da una ricchezza paesaggistica e naturale unica, che rischia di essere irrimediabilmente compromessa.

L’attenzione è alta anche per le comunità locali, che dovranno confrontarsi con sfide ambientali di grande portata, dalla gestione delle risorse marine al contrasto dell’erosione costiera, fino alla salvaguardia delle attività tradizionali come la pesca e il turismo sostenibile.