Meta ha bandito alcuni media russi dalla piattaforma

A farne le spese principalmente Russia Today e Rossija Segodnya: cosa implica questa scelta del colosso statunitense

Meta, la società madre di Facebook e Instagram, ha recentemente preso una decisione di grande rilevanza geopolitica: il blocco delle piattaforme russe Russia Today (RT), Rossiya Segodnya e altri media di Stato russi dai suoi social network. Questa mossa è stata motivata dall’accusa di interferenze straniere, una problematica che negli ultimi anni ha assunto dimensioni sempre più globali, in particolare in relazione alla Russia e alla sua strategia di disinformazione. Il blocco non riguarda solo gli Stati Uniti, ma ha effetti anche a livello internazionale, colpendo diversi paesi che accusano Mosca di alimentare la destabilizzazione politica e sociale attraverso campagne mirate di manipolazione dell’opinione pubblica.

Blinken: “Russia Today è il braccio de facto dell’apparato di intelligence russo”

La decisione di Meta è stata ampiamente commentata, e non senza polemiche. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha sostenuto la mossa, definendo Russia Today come il “braccio de facto dell’apparato di intelligence russo”. Questa accusa fa parte di una narrativa più ampia che inquadra i media statali russi non solo come strumenti di informazione, ma come vere e proprie armi politiche utilizzate dal Cremlino per diffondere propaganda, manipolare le elezioni e destabilizzare i paesi occidentali. La Russia, però, ha immediatamente rigettato tali accuse, con il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, che ha definito il divieto “inaccettabile” e ha accusato Meta di agire in modo selettivo contro i media russi.

Vladimir Putin
Il presidente russo Vladimir Putin | Ansa – sardegnaoggi.it

Il blocco dei media russi non è un’azione isolata: da anni, l’Unione Europea e i suoi membri sono alle prese con il fenomeno della “dezinformatsiya russa”. La disinformazione, originata soprattutto durante il periodo sovietico, si è adattata all’era digitale, evolvendosi in una macchina di manipolazione sofisticata, capace di innescare divisioni interne nei paesi occidentali. Questo è particolarmente evidente nella guerra in Ucraina, dove la propaganda russa ha cercato di minare il sostegno europeo a Kiev, sfruttando temi come la dipendenza energetica e le sanzioni economiche contro la Russia.

La proposta di von der Leyen

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha sottolineato l’importanza di combattere queste interferenze. Durante il Summit per la Democrazia di Copenaghen, ha dichiarato che, se rieletta, proporrà la creazione di uno “Scudo europeo per la democrazia”. Questo progetto mira a rafforzare la capacità dell’UE di rispondere alle minacce di manipolazione straniera, creando una struttura comune per contrastare le interferenze nei processi democratici.

Il piano proposto da von der Leyen si inserisce in un quadro più ampio di difesa delle democrazie occidentali dalle attività malevole di attori stranieri, in primis la Russia. Mosca ha utilizzato i media statali e i social network per diffondere narrative divisive in Europa, spesso promuovendo sentimenti anti-NATO e anti-UE. Le campagne di disinformazione russe non si limitano a trasmettere fake news, ma utilizzano bot e account falsi per amplificare voci dissonanti e creare confusione. Questi profili automatizzati spammano commenti e tweet con messaggi che dipingono l’Occidente come corrotto e decadente, esaltando invece Putin come un vero leader capace di proteggere gli interessi nazionali.

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