Brutte notizie per tutti questi pensionati: con alcune comunicazioni stanno revocando l’Ape Sociale: chi sta rischiando grosso.
L’Ape Sociale, strumento di sostegno per l’anticipo pensionistico riservato a categorie specifiche di lavoratori, sta vedendo un aumento delle revoche e dei rigetti da parte dell’INPS.

I motivi sono diversi e riguardano principalmente il mancato rispetto dei requisiti previsti dalla normativa vigente, ma anche situazioni di incompatibilitĂ con altri trattamenti previdenziali o assistenziali. Vediamo nel dettaglio chi rischia di perdere o non ottenere piĂ¹ questo importante beneficio.
Requisiti per l’accesso all’Ape Sociale: le cause principali di rigetto
L’Ape Sociale è destinata a categorie di persone in condizioni di particolare fragilità lavorativa o sociale, come disoccupati, invalidi civili con un’invalidità pari o superiore al 74%, caregiver e chi svolge lavori gravosi. La legge stabilisce criteri rigorosi che devono essere rispettati per poter accedere a questa forma di pensionamento anticipato:
- EtĂ minima di 63 anni;
- Almeno 30 anni di contributi per disoccupati, invalidi o caregiver con almeno 6 mesi di attivitĂ assistenziale continuativa;
- Almeno 36 anni di contributi per chi svolge lavori gravosi.
Nel caso specifico dei disoccupati, vi è anche l’obbligo di aver terminato la NASpI da almeno tre mesi e di non essere impegnati in alcuna attivitĂ lavorativa. Se anche uno solo di questi requisiti non è soddisfatto, la domanda di Ape Sociale viene respinta automaticamente. Oltre ai requisiti anagrafici e contributivi, l’INPS verifica la presenza di eventuali trattamenti pensionistici o assistenziali incompatibili con l’Ape Sociale. In pratica, non si puĂ² cumulare questa prestazione con altri sussidi. Tra i casi piĂ¹ comuni di rigetto vi sono:
- NASpI ancora in corso di pagamento;
- DIS-COLL (indennitĂ di disoccupazione per collaboratori);
- Assegno di inclusione;
- Pensioni di vecchiaia o anticipata giĂ maturate.
Chi percepisce uno di questi trattamenti non puĂ² accedere all’Ape Sociale, anche se rispetta gli altri requisiti. Questa rigiditĂ normativa è alla base di molte domande rigettate. Non solo la domanda puĂ² essere respinta: anche chi ha ottenuto l’Ape Sociale rischia la revoca del beneficio se nel corso del periodo di percezione vengono meno le condizioni che avevano consentito l’accesso alla prestazione. Tra le situazioni piĂ¹ comuni che portano alla revoca figurano:
- L’avvio di una nuova attività lavorativa, anche occasionale, che superi determinati limiti di reddito (8.000 euro lordi per lavoro subordinato o parasubordinato, 4.800 euro per lavoro autonomo);
- Il trasferimento della residenza all’estero;
- Il raggiungimento dei requisiti per la pensione ordinaria.

In questi casi l’INPS puĂ² non solo sospendere il pagamento dell’Ape Sociale, ma anche richiedere la restituzione delle somme giĂ erogate. Quando l’INPS decide di respingere la domanda di Ape Sociale, invia al richiedente una comunicazione ufficiale tramite il sito istituzionale o la posta elettronica certificata (PEC), specificando chiaramente le motivazioni del rigetto. Il beneficiario ha poi diritto a presentare un ricorso amministrativo entro 30 giorni dalla notifica, per chiedere un riesame della pratica o integrare la documentazione eventualmente mancante.
Il ricorso puĂ² essere gestito autonomamente, ma è fortemente consigliato rivolgersi a un patronato per aumentare le possibilitĂ di successo. In alternativa, è possibile attendere una nuova finestra per presentare una domanda aggiornata, ad esempio una volta esaurita la NASpI o raggiunti i requisiti contributivi necessari. I tempi per ricevere una risposta dall’INPS variano a seconda del tipo di domanda:
- Per la certificazione del diritto, la risposta arriva dopo ogni finestra annuale (31 marzo, 15 luglio, 30 novembre);
- Per la domanda di accesso alla prestazione, la risposta è solitamente entro 30-60 giorni.
Per non incorrere in un rigetto, è fondamentale preparare con attenzione la domanda. Alcuni consigli pratici includono:
- Verificare con precisione i requisiti anagrafici e contributivi, eventualmente con il supporto di un patronato;
- Assicurarsi di aver concluso tutti i trattamenti incompatibili come NASpI o Reddito di cittadinanza;
- Evitare di intraprendere nuove attività lavorative non comunicate all’INPS;
- Allegare sempre tutta la documentazione richiesta, come certificati di invalidità , dichiarazioni da caregiver e l’estratto contributivo aggiornato.
Mantenere la consapevolezza sulle condizioni che regolano l’Ape Sociale è essenziale per tutelare il proprio diritto a questo strumento di pensionamento anticipato, evitando così spiacevoli sorprese e revoche improvvise.