Forse non lo sai ma in questi casi i debiti del convivente diventano i tuoi: a cosa fare molta attenzione e come mettersi al sicuro.
La gestione dei debiti all’interno di una convivenza rappresenta una tematica di grande rilievo nel panorama giuridico italiano, soprattutto quando si tratta di patrimoni condivisi o situazioni economiche complesse.

Molti si interrogano su quali circostanze possano far sì che i debiti di un convivente ricadano sull’altro, sia in coppie di fatto sia in presenza di un patto di convivenza ufficiale.
Quando i debiti del convivente possono coinvolgere l’altro: quadro normativo e casi specifici
Secondo la normativa italiana vigente, ogni individuo è responsabile dei propri debiti con il proprio patrimonio presente e futuro. Nel caso dei conviventi, a differenza dei coniugi, non si applica automaticamente la responsabilità solidale per i debiti contratti da uno dei due. Tuttavia, sono previste alcune eccezioni rilevanti:
- Coobbligazione volontaria: se entrambi i conviventi sottoscrivono un finanziamento o prestano garanzie come fideiussioni, la responsabilità si estende a entrambi.
- Debiti per spese familiari necessarie: ad esempio affitti, utenze o altre spese indispensabili per la gestione della casa, se entrambe le parti risultano contraenti, la responsabilità può essere condivisa.
- Successione ereditaria: l’accettazione dell’eredità implica anche l’assunzione dei debiti ereditari, proporzionalmente alla quota ricevuta.
Diversamente, se uno dei conviventi ha debiti con l’erario, istituti bancari o privati, tali obbligazioni non si trasferiscono automaticamente sull’altro convivente, che non è tenuto a rispondere per i debiti altrui a meno che non vi siano specifici accordi o contratti che ne prevedano la responsabilità comune. Per questa ragione, è raro che l’ufficiale giudiziario possa procedere al pignoramento dei beni del convivente non debitore. Le regole che disciplinano la gestione dei debiti, soprattutto in ambito patrimoniale, sono contenute nel Codice Civile italiano, in particolare:
- Art. 2740 c.c., che sancisce la responsabilità patrimoniale personale per i debiti contratti.
- Gli articoli 177-197 c.c., che regolano la comunione e la separazione dei beni tra coniugi, con particolare attenzione agli effetti sulle obbligazioni.
- Art. 189 c.c., che stabilisce la sussidiarietà nell’aggressione ai beni comuni, limitando la responsabilità alla quota del coniuge insolvente.
- Le disposizioni sulle successioni ereditarie, che definiscono la trasmissibilità dei debiti solo dopo l’accettazione dell’eredità con o senza beneficio d’inventario.

In assenza di vincoli matrimoniali o patti di convivenza che modifichino le responsabilità, la legge tutela il patrimonio individuale e limita la possibilità che i debiti di un convivente compromettano la situazione patrimoniale dell’altro. Per prevenire situazioni di rischio e proteggere il proprio patrimonio, è consigliabile adottare alcune strategie concrete, tra cui:
- Optare per la separazione dei beni: questa scelta giuridica consente di mantenere distinti i patrimoni personali e di non estendere automaticamente i debiti contratti da un convivente all’altro.
- Documentare con precisione la titolarità dei beni: una chiara evidenza della proprietà individuale è fondamentale per evitare contestazioni in caso di pignoramento o azioni esecutive.
- Evitare conti correnti cointestati e garanzie reciproche: limitare l’esposizione finanziaria condivisa riduce il rischio di coinvolgimenti indesiderati con i creditori dell’altro convivente.
- Rivolgersi a un consulente legale esperto: una valutazione professionale può aiutare ad analizzare e, se necessario, ridefinire l’assetto patrimoniale e i rapporti economici tra conviventi, prevenendo potenziali problemi.
Il tema della responsabilità per i debiti in una convivenza rimane complesso e richiede attenzione, consapevolezza e, in molti casi, una pianificazione patrimoniale accurata per evitare spiacevoli conseguenze economiche.