Tra salute declinante ed errori arbitrali, l’Inter ribadisce a Trieste i capisaldi del suo orrendo cammino del 2013 e anche qui fa ormai ciò che può, ossia perdere. Oltre, non le è lecito andare. Così arriva un’altra sconfitta, la terza nelle ultime quattro partite, la dodicesima in 32 gare di campionato. Stavolta a schienarla è il Cagliari, con un uno-due di Pinilla nella ripresa sul neutro di Trieste, uno stadio semivuoto e un terreno di gioco rizollato per l’occasione, su cui i giocatori faticano a stare in piedi e il pallone scorre con difficoltà. Cornice tristissima per una partita tristanzuola di suo, condotta a ritmi semibalneari, lenti in maniera insostenibile. La partita ribadisce che il progetto-Stramaccioni sta lentamente naufragando e per il solito combinato disposto di errori propri e altrui. Già a pezzi sul piano atletico e fisico, decimata dagli infortuni, l’Inter perde per incidenti vari altri due elementi che le sarebbero tornati utili mercoledì in semifinale di Tim Cup: Gargano che si arrende a inizio ripresa per un problema muscolare, e Nagatomo, che rientrato dopo quasi due mesi per un infortunio al ginocchio, gioca appena 7′ prima di essere costretto a uscire per una ricaduta.
Dopo un primo tempo in cui l’Inter prova a giocare al calcio, ma lo fa con troppa lentezza per mettere davvero in difficoltà il Cagliari e non è neppure fortunata nell’unica occasione che costruisce (Cambiasso-Rocchi-Cambiasso, sinistro del centrocampista sull’uscita di Agazzi che si stampa sul palo, 14′), si decide tutto nella ripresa. Prima Rocchi chiama alla gran risposta Agazzi con un sinistro pericoloso (7′), poi nel Cagliari entra Pinilla che deciderà la gara. Su due contropiede il Cagliari chiede un rigore che l’arbitro Celi non concede (al 10′ per fallo che non c’è di Silvestre su Dessena, al 15′ per contatto più sospetto di Kuzmanovic su Ibarbo e forse il rigore si poteva dare), infine lo stesso Celi giudica punibile un intervento di Silvestre su Pinilla, apparso inesistente ai più. L’Inter protesta debolmente, chissà se lo farà il club dopo la gara. Pinilla trasforma e da lì in poi non c’è più partita, perché l’Inter non è in grado di reagire. Così poco dopo la mezz’ora arriva il raddoppio di Pinilla, che irrompe in area incontrastato e scaraventa in rete approfittando dell’uscita ritardata di Handanovic. Finisce così, col Cagliari che sfiora la terza rete in varie occasioni (traversa di Ibarbo al 40′) e i nerazzurri che nell’ultimo quarto d’ora giocano con Samuel centravanti, senza però mai riuscire a cercarlo con un cross. E’ veramente la fine dell’impero, la caduta degli dei, e la polvere ormai avvolge tutto e tutti. Mai vista un’Inter così triste, solitaria e final.